Mercoledì 13 settembre, presso il Palazzo dei Congressi della Fiera del Levante di Bari, si è tenuta la conferenza su “Zes & Sostenibilità; binomio vincente per la crescita del Sud Italia”, promossa da Confimi Industria Bari, in collaborazione con il Centro Studi Intrapresa e con la partecipazione di Confimi Industria Campania e la presenza di Manlio Guadagnuolo, Commissario del Governo per la ZES Adriatica Interregionale Puglia Molise.
“Non vogliamo favori, non vogliamo elemosine, non vogliamo soldi”, ha subito chiarito Alfonso Cialdella Presidente di Confimi Industria Bari e di Intrapresa nel suo intervento di apertura. “Non vogliamo essere criticati perché ci comportiamo da noiosi questuanti. Sappiamo fare da soli. Ma chiediamo che vengano realizzati i fattori di equilibrio per mettere le imprese d’Italia tutte alla pari. Chiediamo che il SUD possa fruire delle stesse condizioni che sono offerte in altre parti d’Italia. La competitività dielle nostre Imprese costa di più della stessa competitività realizzata da una azienda del Centro Nord. E ciò significa minori margini e maggiore fatica”.
“Sosteniamo con forza, ha proseguito Cialdella, che non è un problema di uomini, ma un problema di scenario strutturale. E’ lì che lo Stato deve intervenire: certo ci vorrà del tempo, ma bisogna cominciare. E’ il momento propizio e la ZES UNICA contiamo possa essere l’occasione giusta”.
È seguito l’intervento del Presidente di Confimi Industria Campania Luigi Carfora, il quale ha posto l’attenzione su tematiche cruciali per lo sviluppo delle zone interne della Campania. Le zone interne della Campania si trovano attualmente ad affrontare una sfida significativa, con la crescita dello spopolamento sia in termini di popolazione residente che di presenza d’aziende. In questo contesto, il Presidente Carfora ha ribadito l’importanza di un approccio strategico mirato al fine di stimolare la rinascita economica di queste regioni, sottolineando che le Zone Economiche Speciali (ZES) non rappresentano la panacea per tutti i mali.
Carfora ha dichiarato: “Nessun imprenditore di buonsenso investirebbe in regioni prive di servizi essenziali come infrastrutture stradali, energia, acqua, fognature e connettività digitale e per concludere dove, attualmente, manca anche la forza lavoro. Dobbiamo considerare attentamente se l’industrializzazione rappresenti la strada giusta per queste zone, o se invece dovremmo esplorare settori come l’agricoltura, la viticultura, l’enogastronomia e il turismo come valide alternative di sviluppo economico .”
Il Presidente ha invitato a adottare approcci più flessibili e innovativi per il rilancio delle regioni, evitando di replicare modelli economici che potrebbero non essere adatti al contesto locale.
Inoltre, ha ribadito l’importanza di applicare la misura delle Zone Economiche Speciali anche al recupero dei capannoni industriali dismessi, un aspetto spesso trascurato ma di grande rilevanza per l’ambiente e il benessere delle comunità locali.
Infine, il Presidente Carfora ha concluso: “In un’era in cui il riciclo e la sostenibilità sono imperativi, non possiamo permetterci di lasciare inutilizzati i capannoni industriali, quando abbiamo già terreni e capannoni industriali urbanizzati pronti per essere riattivati. È molto importante attuare soluzioni sostenibili con tempestività per assicurare un futuro prospero alle nostre regioni. Altrimenti, se ritardiamo o non affrontiamo questa sfida adeguatamente, la ZES unica, pensata per trasformare il destino del nostro territorio, potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio.
Riccardo Figliolia, Fondatore e Segretario Generale di Confimi Industria Bari e del Centro Studi Intrapresa, ha sottolineato: “Lo sviluppo del Sud dell’Italia deve essere alimentato dalle risorse endogene o non sarà sviluppo affatto!” La Zona Economica Speciale (ZES) Unica del Sud, proposta da Confimi Industria a Napoli lo scorso 7 luglio, è ora una realtà. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che il successo di una ZES Unica dipende dalla sua corretta progettazione e implementazione; altrimenti, potrebbe rivelarsi inefficace o persino controproducente. Quattro pilastri fondamentali sono indispensabili per costruire una crescita solida e sostenibile nel Mezzogiorno d’Italia: Fisco, Credito, Energia e Burocrazia. È cruciale che la nuova ZES affronti con successo queste quattro sfide, poiché rappresenterebbe un trampolino di lancio straordinario per l’economia delle regioni meridionali. Gli incentivi, spesso mirati alle multinazionali, non sono la chiave del successo. Ciò di cui le aziende meridionali hanno bisogno è una politica che semplifichi e alleggerisca gli oneri burocratici, liberando il potenziale delle energie economiche del Sud e evitando la creazione di nuovi apparati centralizzati.
Infine, il Commisssrio del Governo della ZES Adriatica, ing. Manlio Guadagnuolo ha dichiarato: “Nella ZES Adriatica stiamo dando valore alle imprese votate al miglioramento del proprio profilo ESG di sostenibilità ambientale, sociale e di buona gestione aziendale, in linea con l’Agenda Europea 2030 e con gli obiettivi di GASEZ, la Global Alliance of Special Economic Zones delle Nazioni Unite. In collaborazione con Intesa Sanpaolo, dal prossimo 2 ottobre avvieremo l’iniziativa “Road2ESG” rivolta alle imprese. Esempio concreto è quello di Fonderie De Riccardis, a cui ho rilasciato ad agosto un’Autorizzazione Unica per un investimento a Soleto di sostituzione di forni a metano con forni elettrici e creazione di un impianto fotovoltaico in grado di compensare i consumi di energia elettrica da fonti fossili: una vera e propria svolta green per un’industria metalmeccanica. Al contempo, in sinergia con il Politecnico di Bari, stiamo sviluppando la tematica dei Cantieri green ESG per le opere infrastrutturali.”
Nell’occasione Confimi Industria Bari, dopo i saluti del Presidente della Fiera del Levante Gaetano Frulli, ha presentato il progetto HR ESG ACCELERATOR, ideato da Università del Salento e Job Italia per supportare le PMI nella sfida della Sostenibilità. Sono intervenuti Andrea Venturelli di Unisalento, Paola Scrimieri di Job Italia, Michele Zema di CSQA, Mario Ferrante di Banca Azimut, Marco Savorgnan di LUMSI. Le conclusioni sono state affidate a Canio Trione economista di riferimento di Confimi Industria Bari, Il quale ha ribadito la pericolosità delle Zes quali sono oggi in quanto favoriscono anche con risorse pubbliche fornite dal contribuente alcuni per lasciare nelle attuali difficoltà tutti gli altri. Circostanza aggravata dalla presenza delle mega compagnie internazionali che con la loro forza economica mettono fuori gioco le imprese locali. Infine ha sottolineato come sia ben curioso che il legislatore dopo essersi accorto degli effetti letali della burocrazia fiscale e amministrativa attuale non la sfrondi decisamente per le imprese minori ma la elimina a discrezione solo per le imprese targate “zes”.