EVENTI ASSOCIATIVI
Gli "STATI GENERALI DELLA MANIFATTURA MECCANICA BARESE”, CONFIMI Industria Bari
Lo scorso 26 settembre negli studi baresi di TRM Network (quindi in una versione molto sperimentale) si sono tenuti gli “stati generali della manifattura meccanica barese”, ideati dal Centro Studi Intrapresa e organizzati da Confimi Industria Meccanica Bari.
Molti gli imprenditori baresi di Confimi Industria Bari intervenuti, tra cui: Michele Vitulano, Alfonso Cialdella, Carlo Pellicola, Alessandro Tatone, Anna Rita Delzotto, Giorgio Bevilacqua, Raffaele Capano, Giusy Cialdella, Giacoma Punzo, Cosimo Delzotto, Giovanni Renna, il decano Giuseppe Pellicola, il cofondatore Michele Zema,e ancora Marco Savorgnan, Erika Todisco, Fabiola Ferro, gli amici di Confimi Giuseppe Bruno, Lorenzo Calabrese e Nicola Palasciano. Tutti hanno preso la parola e hanno rappresentato la realtà, spesso difficile, della meccanica e della manifattura pugliese e barese in particolare.
L’evento – moderato dal Segretario Generale di Confimi Industria Bari Riccardo Figliolia e dal giornalista di Trm Max Sisto – è stato significativo sia per la sua originale modalità, sia per la folta partecipazione, ma anche per il livello dei contributi che hanno molto bene rappresentato la maturità della classe imprenditoriale barese e meridionale. Classe imprenditoriale “vera” cioè fatta di Operatori impegnati direttamente nelle aziende a differenza dei manager “dipendenti”delle grandi imprese, per lo più esperti di finanza.
Quindi la cosa ancora più rilevante è stato il fatto che i protagonisti dell’incontro sono tutti Medi e Piccoli Industriali, ossia quella categoria di imprenditori che burocrazia, politica e media hanno sempre considerato il “parco buoi” su cui esternalizzare i costi dell’ inefficienza del Sistema Italia.
Le conclusioni sono toccate a Canio Trione Responsabile dell’Ufficio Studi di Confimi Industria Bari, storico mentore dell’Associazione, che ha sottolineato la crucialita’ di questo momento storico denso di rischi di ogni tipo per le democrazie occidentali, caratterizzate dalla egemonia ormai planetaria delle Grandi Multinazionali che ormai non solo sono in grado di condizionare interi Paesi, ma indirizzano il pensiero e le scelte delle masse dei cittadini e dell’opinione pubblica. Minacce ormai acclarate e sotto gli occhi di tutti, che conferiscono al sistema delle Medie e Piccole Industrie una decisiva responsabilità per il futuro democratico di tutto l’Occidente. Quella che qualcuno chiama “la Civiltà delle Piccole Imprese”, fatta di attenzione alla crescita del territorio, al suo sviluppo, al benessere delle popolazioni e all’avvenire delle giovani generazioni.
È tempo per tutti di riprendersi il proprio futuro!
Normativa
INFORTUNI SUL LAVORO: interruzione del nesso causale
Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della rilevanza eziologica della condotta imprudente del lavoratore nella causazione dell’evento da cui sia derivato un infortunio sul lavoro. Il tema che si pone è quello dell’individuazione delle condizioni in presenza delle quali è possibile affermare che la condotta colposa del lavoratore possa escludere la responsabilità del datore di lavoro. Secondo un primo orientamento giurisprudenziale, non sarebbe sufficiente l’abnormità e l’imprudenza della condotta realizzata dal dipendente per escludere la responsabilità del datore, occorrendo che la condotta sia posta in essere al di fuori delle mansioni affidate e sia assolutamente imprevedibile e non controllabile dal datore. Altro orientamento afferma che l’efficacia interruttiva del nesso causale sarebbe predicabile anche in relazione a condotte tenute nell’esercizio di mansioni attribuite. Assume rilievo, sotto tale profilo, il principio di autoresponsabilità del lavoratore. La Cassazione ha chiarito che la condotta del lavoratore, oltre che imprevedibile, deve essere tale da attivare un “rischio eccentrico o esorbitante dalla sfera di rischio governato dal soggetto titolare della posizione di garanzia”. Solo una volta che il lavoratore sia stato adeguatamente informato e formato sui rischi connessi alle mansioni a lui affidate, è possibile procedere a verificare se la condotta del lavoratore sia stata conforme a quanto appreso e alla mansione ad esso assegnata, ovvero del tutto eccentrica rispetto ad essa, sì da comportare una “situazione di rischio nuovo ed imprevedibile, come tale non governabile dal titolare della posizione di garanzia”.
POLIZZE PER DANNI CATASTROFALI: escluso l’obbligo per le imprese minori
Sembra ormai pronto il decreto interministeriale destinato a dare attuazione alla norma della legge finanziaria dello scorso anno sull’obbligo di assicurazione delle imprese conto i danni catastrofali. Lo scorso giugno era stata condivisa una prima bozza da parte dei Ministeri per lo Sviluppo economico e per l’Economia con l’ANIA, tuttavia, molti aspetti dovevano ancora essere definiti. Ad oggi, l’obbligo di stipulare polizze assicurative per danni catastrofali non dovrebbe riguardare le imprese minori ma rimangono dubbi sull’esatta individuazione di tali soggetti. Si può ritenere che l’obbligo riguardi le imprese di maggiori dimensioni, più pronte a sostenere i costi relativi alle polizze catastrofali, tenute all’iscrizione nella sezione ordinaria del Registro, non anche le imprese tenute all’iscrizione nelle sezioni speciali.
Altro aspetto rilevante è la proroga di 90 giorni dall’entrata in vigore del DM contenuta nell’ultima versione della bozza. La scelta di introdurre tale proroga è dovuta alla difficoltà per le imprese di adempiere all’obbligo di dotarsi della polizza entro il termine del 31 dicembre 2024, originariamente posto dal legislatore.
Questi dati devono essere acquisiti dal datore di lavoro:
– con il consenso esplicito del lavoratore.
LA PAROLA AI PROFESSIONISTI.......
COME STIAMO? Benessere e stress in azienda.
Il prossimo 10 ottobre ricorre la Giornata Mondiale della Salute
Mentale e il tema di quest’anno è “Mental Health at Work”, la salute mentale al lavoro.
Viviamo nell’epoca migliore della storia dell’umanità (a questo proposito molto interessante e ancora attuale il lavoro di Hans Rosling, Factfulness, in cui l’autore ci mostra quanto la disinformazione ci spinga a percepire il mondo come ben peggiore di quanto non sia in realtà), eppure tutto il progresso e lo sviluppo da cui siamo circondati non sembrano essere sufficienti a preservare la nostra salute mentale.
Il Rapporto annuale State of the global workplace pubblicato da Gallup ci restituisce un quadro non confortante in questo senso.
L’Italia è al settimo posto in Europa per stress quotidiano percepito.
Non va meglio in termini di valutazione generale della propria vita presente e futura. Solo il 41% degli intervistati, infatti, dichiara di avere una visione positiva della propria vita attuale e nei prossimi 5 anni. Un 41% che impallidisce di fronte al dato finlandese in cui addirittura l’83% dichiara una visione positiva.
Il restante 59% si dichiara stressato, preoccupato e con una visione incerta o negativa del futuro. Una parte di questo gruppo, seppur percentualmente minore, tende a riferire situazioni di grande stress e preoccupazione, tristezza e rabbia
Anche il livello di coinvolgimento dei lavoratori è preoccupante: in Italia solo l’8% del campione si dichiara coinvolto, collocando il nostro Paese al 36° posto in una classifica di 38 nazioni europee.
Chi si dichiara coinvolto, engaged, è entusiasta del proprio lavoro e del proprio posto di lavoro, è orientato alla performance e all’innovazione e contribuisce alla crescita della propria organizzazione. Al contrario, chi non si sente coinvolto si colloca in un continuum che va dal non nutrire attaccamento nei confronti del proprio lavoro e della propria azienda, con conseguente mancanza di energia e passione, al sentirsi talmente infelice da mostrare apertamente infelicità e insoddisfazione minando, potenzialmente, non solo il proprio lavoro ma anche quello dei propri colleghi più coinvolti.
Oggi il 92% degli intervistati si colloca in questo continuum: più di 9 persone sui dieci. Numeri che non possono non destare allarme.
Livello di coinvolgimento e benessere, tra l’altro, sono collegati.
Riflettere con consapevolezza su questi dati non è mero esercizio di curiosità statistica. Significa piuttosto aver voglia e capacità di guardare le cose per come sono davvero e mettersi così in condizione di poter attivare politiche e strategie aziendali volte sempre più al benessere.
Anche perché il ‘malessere’ non è questione puramente individuale, un problema che riguarda il singolo e la sua cerchia di affetti. Il malessere di dipendenti e collaboratori si traduce in ridotta produttività, maggiori giorni di assenza, turn over, rischio di burnout e ulteriore stress, in un circolo vizioso dotato di spiccata capacità di perpetuarsi e rinnovarsi. Stress che coinvolge e colpisce anche chi guida imprese e persone.
È vero, esiste uno stress positivo, utile, l’eustress, capace di incrementare la concentrazione, di attivarci al momento opportuno per raggiungere obiettivi, rispettare scadenze, generare idee, affrontare situazioni anche problematiche.
Se, però, viene protratto senza tregua nel tempo lo stress tende a divenire disfunzionale, cosiddetto distress, con conseguenze che possono sfociare in disagio emotivo, psichico, fisico tali da pregiudicare non solo il benessere individuale ma la performance e l’intero clima aziendale.
Forse è il momento di iniziare a modificare una cultura organizzativa tipicamente italiana in cui essere ‘stressati’ e senza nemmeno un minuto di respiro è considerato un valore, un distintivo di merito da ostentare e in cui perseverare.
Negli ultimi anni sempre più spesso si parla di salute mentale e benessere, e, fortunatamente, numerose sono le realtà aziendali che hanno avviato strategie e attività volte proprio al benessere delle persone che ogni giorno lavorano per loro, con loro.
Si sono anche moltiplicate iniziative, piattaforme digitali e servizi rivolti alle aziende e ai loro dipendenti. Tutto questo è certamente positivo, ma ancora più importante è perseverare con costanza, convinzione e determinazione e non limitare gli interventi ad azioni una tantum, capaci di generare in taluni casi solo temporaneo entusiasmo e in talaltri persino rabbia e frustrazione poiché appaiono più che altro modi per ignorare esigenze più profonde e radicali.
Si rendono necessarie strategie e azioni di ampio spettro e lungo periodo.
Strategie e azioni capaci di intervenire sul benessere di dipendenti, sì, ma anche, e forse soprattutto, di manager e imprenditori.
Perché il benessere in azienda parte innanzitutto da leader capaci di coltivare il proprio benessere, con generosità.
Un leader che con consapevolezza si allena a scegliere di star bene e a scegliere ciò che lo fa star bene, è un leader capace di far star bene, e di far così fiorire e prosperare se stesso, le persone, l’azienda.
INTERNAZIONALIZZAZIONE: le Opportunità di SIMEST
Oggi, pensando ad un’ampia platea nazionale, presentiamo le misure Simest, destinate a tutte le Imprese e in particolare alle Micro, Piccole e Medie Imprese, operanti in tutti i settori ammissibili al Regolamento De Minimis, ad esclusione di:
1) attività escluse dal sostegno di InvestEU, di cui all’Allegato V – Lettera B del Regolamento UE 2021/523, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 marzo 2021
2) imprese attive nel settore bancario, finanziario e assicurativo
3) imprese attive in via prevalente nei settori della pesca e dell’acquacoltura e nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli.
In particolare:
• SEZIONE A – Agricoltura, Silvicoltura e Pesca tutte le attività
• SEZIONE C – Attività manifatturiere – esclusivamente le attività di cui alle seguenti classi:
o 10.11 – Produzione di carne non di volatili e dei prodotti della macellazione (attività dei mattatoi)
o 10.12 – Produzione di carne di volatili e dei prodotti della macellazione (attività dei mattatoi)
Ma quali sono gli interventi finanziabili?
• Transizione digitale
• E-commerce
• Partecipazione a Fiere ed Eventi
• Inserimento nuovi Mercati
• Temporary Manager
• Consulenze e Certificazioni
• Potenziamento Mercati Africani
Su tutte le misure, le Imprese possono ottenere un finanziamento agevolato ad un tasso del 0,511%, della durata di sei anni, e un contributo a fondo perduto dal 10 al 20%, a condizioni specifiche, che riguardano le Imprese del Mezzogiorno, i mercati del Continente africano e dei Balcani Occidentali (Serbia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Albania, Montenegro, Macedonia del Nord – FYROM).
Autunno 2024: Arrivano gli incentivi per valorizzare la PROPRIETÀ INDUSTRIALE
PROSSIMI APPUNTAMENTI
CONFIMI LAB: TRAINING & MANUFACTORING
Siamo orgogliosi di presentarvi il forum “Confimi Lab – Training & Manufacturing: Scopri il futuro del lavoro” organizzato da Confimi Industria Bari, che si svolgerà il 7 novembre 2024 presso la Camera di Commercio di Bari a partire dalle ore 9,30.
Durante il forum, esperti del settore manifatturiero, enti di formazione ed imprenditori, condivideranno le ultime tendenze nel campo della formazione e della manifattura, offrendo l’opportunità di esplorare da vicino le prospettive future del mondo del lavoro.
Questo evento rappresenta un’occasione imperdibile per scoprire le innovazioni più recenti e confrontarsi direttamente con professionisti. Gli studenti avranno l’opportunità di ampliare la loro visione del mercato del lavoro e capire quali competenze saranno fondamentali in futuro.
Per ulteriori informazioni, siamo a disposizione.
per approfondimenti clicca il link:
LA PRESENTE NEWS LETTER È STATA REALIZZATA A CURA DI JOB ITALIA SPA E DEL CENTRO STUDI INTRAPRESA